Nuova Riveduta:

Atti 24:23

E ordinò al centurione che egli fosse custodito, permettendogli però una certa libertà e senza vietare ad alcuno dei suoi di rendergli dei servizi.

C.E.I.:

Atti 24:23

E ordinò al centurione di tenere Paolo sotto custodia, concedendogli però una certa libertà e senza impedire a nessuno dei suoi amici di dargli assistenza.

Nuova Diodati:

Atti 24:23

E ordinò al centurione che Paolo fosse custodito, ma che avesse una certa libertà, senza impedire a nessuno dei suoi di prestargli dei servizi o di venire a trovarlo.

Riveduta 2020:

Atti 24:23

E ordinò al centurione che Paolo fosse custodito, ma lasciandogli una qualche libertà e non vietando a nessuno dei suoi di rendergli dei servizi.

La Parola è Vita:

Atti 24:23

Poi ordinò al centurione di portare Paolo in prigione, dando disposizioni, però, di lasciargli qualche libertà e di non impedire ai suoi amici di fargli visita e di portargli dei doni, per rendergli meno dura la prigione.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Atti 24:23

E ordinò al centurione che Paolo fosse custodito, ma lasciandogli una qualche libertà, e non vietando ad alcuno de' suoi di rendergli de' servigi.

Ricciotti:

Atti 24:23

E dette ordine al centurione di tener Paolo in custodia, lasciandogli qualche sollievo, nè si vietasse ad alcuno dei suoi di assisterlo.

Tintori:

Atti 24:23

E diede ordine al centurione di custodirlo, ma di lasciargli un po' di libertà e di non impedir ad alcuno dei suoi di prestargli assistenza.

Martini:

Atti 24:23

E diede ordine al centurione, che custodisse Paolo, ma che fosse meglio trattato, né si vietasse ad alcuno de' suoi di prestargli assistenza.

Diodati:

Atti 24:23

E ordinò al centurione che Paolo fosse guardato, ma che fosse largheggiato, e ch'egli non divietasse ad alcun de' suoi di servirlo, o di venire a lui.

Commentario abbreviato:

Atti 24:23

22 Versetti 22-27

L'apostolo ragiona sulla natura e sugli obblighi della giustizia, della temperanza e del giudizio a venire, mostrando così al giudice oppressivo e alla sua amante dissoluta il bisogno di pentimento, di perdono e della grazia del Vangelo. La giustizia riguarda la nostra condotta di vita, in particolare nei confronti degli altri; la temperanza, lo stato e il governo della nostra anima, nei confronti di Dio. Chi non si esercita in questi aspetti non ha né la forma né la forza della pietà e deve essere sommerso dall'ira divina nel giorno dell'apparizione di Dio. La prospettiva del giudizio che verrà è sufficiente a far tremare il cuore più robusto. Felice tremò, ma questo fu tutto. Molti sono spaventati dalla parola di Dio, ma non ne sono cambiati. Molti temono le conseguenze del peccato, eppure continuano ad amarlo e a praticarlo. Negli affari della nostra anima, i ritardi sono pericolosi. Felice rimanda la questione a un momento più opportuno, ma non si accorge che il momento più opportuno è mai arrivato. Ecco, questo è il tempo stabilito; ascoltate la voce del Signore oggi. Aveva fretta di non ascoltare la verità. C'era forse qualcosa di più urgente della riforma della sua condotta o di più importante della salvezza della sua anima? I peccatori spesso si svegliano come un uomo destato dal sonno da un forte rumore, ma presto ricadono nella loro solita sonnolenza. Non lasciatevi ingannare da apparenze occasionali di religione in noi stessi o negli altri. Soprattutto, non scherziamo con la Parola di Dio. Ci aspettiamo che con l'avanzare della vita i nostri cuori si addolciscano o che l'influenza del mondo diminuisca? Non rischiamo forse in questo momento di essere perduti per sempre? Ora è il giorno della salvezza, domani potrebbe essere troppo tardi.

Riferimenti incrociati:

Atti 24:23

At 24:26; 27:3; 28:16,31; Prov 16:7
At 21:8-14

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